Consigli per lo zaino e per… la mente

Se sei qui, se hai aperto questa pagina, probabilmente è perché ti viene voglia di partire. Desideriamo darti qualche indicazione per lo zaino e per… la mente. Prenditi un po’ di tempo, leggi con calma, entra nello spirito del Cammino delle Dolomiti. Sei pronto?

La filosofia del Cammino

Camminare per ritrovarsi, nella fatica quotidiana, nel silenzio, nel ritmo dei propri passi, nella condivisione e nel confronto con la gente, nel rivivere la storia, la spiritualità e la cultura di un tempo. Per questo il Cammino delle Dolomiti non è, semplicemente, un modo di fare trekking, ma va ben oltre. È un percorso ad anello in 30 tappe che abbraccia l’intera provincia di Belluno, ne incontra i luoghi più significativi dal punto di vista religioso e storico, li relaziona l’uno all’altro evitando le strade trafficate del fondovalle e preferendo le antiche tracce in quota, disegnate nei secoli. Lassù il Cammino si sviluppa ai piedi delle Dolomiti, che il 26 giugno 2009, a Siviglia, sono state proclamate “Patrimonio dell’Umanità” dal World Heritage Committee dell’Unesco. Si cammina di fronte a panorami grandiosi, nel silenzio e nella pace, attraversando i villaggi dove l’uomo ancora presidia la montagna, dove le chiese, i “capitelli” e i crocifissi di legno parlano di una fede millenaria. Il territorio della provincia di Belluno è splendido e ancora in gran parte intatto, il Cammino delle Dolomiti aiuta a scoprirne i segreti e ad apprezzarne la “verità”. Lontani dalla montagna artefatta e omologata, dal “parco giochi” per turisti.

L’11 marzo 2009, a Evian (Francia), il Cammino delle Dolomiti è stato premiato dalla Conferenza delle Alpi come miglior prodotto turistico innovativo italiano in base all’articolo 19 del Protocollo Turismo della Convenzione delle Alpi.

Un cammino per chi?

Il Cammino delle Dolomiti nasce dal sinodo diocesano di Belluno-Feltre, e la parola «sinodo» indica proprio il cammino fatto insieme. Per questo è stato pensato come un percorso da fare in compagnia, per scambiarsi impressioni lungo il viaggio o per lasciar parlare il silenzio e il cuore, come spesso avviene in montagna. Quindi una proposta per gruppi, per famiglie, per coppie, per tutti.

Il Cammino non presenta particolari difficoltà tecniche (si sviluppa soprattutto su sentieri larghi e facili; nessuna ferrata; non sono richieste competenze alpinistiche), ma prima di affrontare una tappa occorre valutarne bene la lunghezza e i tempi di percorrenza. Cinque o sei ore di cammino non sono troppe neanche per la famiglia che si muove al gran completo con i figli piccoli, purché la tappa venga ben programmata, l’attrezzatura sia adeguata (abiti, cibo, acqua) e sia stata verificata la disponibilità di strutture ricettive all’arrivo. Si possono ipotizzare due o tre ore di percorso la mattina, poi il pranzo, poi altrettanto cammino nel pomeriggio, e la meta è raggiunta. Occorre tener conto delle eventuali visite ai paesi, alle chiese e ai musei, che comporteranno ovviamente un allungamento dei tempi. Nulla vieta di percorrere solo una porzione di tappa, secondo i gusti e le capacità, o per il tipo di fondo: molti tratti del cammino sono adatti anche al passeggino, alla carrozzina per i disabili e alla mountain bike. Gli uffici informazioni di riferimento, indicati tappa per tappa in questa guida, potranno fornire al riguardo tutte le precisazioni che servono. È sempre importante dare un’occhiata alle descrizioni di tappa su questo nostro sito internet, dove cerchiamo di offrire informazioni aggiornate sulla percorribilità del Cammino.

30 tappe e 14 digressioni

Il Cammino delle Dolomiti si articola in 30 tappe principali, descritte nel dettaglio su questo sito, e 14 digressioni alla scoperta del territorio (il percorso preciso di tappe e digressioni è indicato nella mappa “La provincia di Belluno con il Cammino delle Dolomiti”, scala 1:75.000, casa editrice Tabacco). Le 30 tappe descrivono un anello lungo più di 500 chilometri, che abbraccia l’intera provincia di Belluno e che ha come punto di partenza e di arrivo lo splendido Santuario dei martiri Vittore e Corona ad Anzù di Feltre. Il percorso passa per Feltre e sale sulle Vette Feltrine ai margini del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi, si snoda lungo le frazioni rurali della Val Belluna, penetra fra le Dolomiti agordine, attraversa Canale d’Agordo dove nacque papa Giovanni Paolo I, raggiunge Cortina d’Ampezzo. Poi conduce il pellegrino fino al Comelico e alla verdissima Val Visdende, fa scoprire le Dolomiti cadorine dell’Oltrepiave (Lorenzago ha ospitato due papi: vi soggiornò per sei volte san Giovanni Paolo II e nel 2007 vi fu ospite Benedetto XVI), tocca Pieve di Cadore paese natale di Tiziano e poi scende di nuovo verso sud passando per Longarone, in vista della diga del Vajont. In Alpago costeggia il lago di Santa Croce prima della salita impervia fino al Nevegàl. Poi Belluno, il corso placido del Piave e l’arrivo a San Vittore. Le 14 digressioni si presentano a volte come “scorciatoie”, a volte come vere occasioni di approfondimento di vallate laterali o secondarie, ma non meno affascinanti del percorso principale.

Sarà difficile compiere tutto il Cammino in una sola escursione, 30 tappe in 30 giorni. Il suggerimento è di percorrerlo un po’ alla volta, un pezzetto all’anno, scegliendo anche le stagioni meno consuete come l’autunno e l’inverno. I timbri di tappa aiuteranno a tenere memoria di quanto già fatto.

I segni del Cammino

Il percorso del Cammino delle Dolomiti, nelle 30 tappe principali, è tutto segnalato. È prevista la collocazione dei segni del Cammino anche lungo le 14 digressioni.

Sono due le tipologie di segnalazione. Oltre alle placche metalliche bianche con il logo, che misurano 9×9 cm o 9×12 se ospitano la freccia a destra o a sinistra, in tutta la parte meridionale del percorso (Longaronese, basso Alpago, Valbelluna, Feltrino) la segnalazione è stata eseguita anche a vernice, secondo le modalità dei segnavia del Club Alpino Italiano (Cai): qui il Cammino delle Dolomiti è indicato da due bande orizzontali sovrapposte, giallo sopra e rosso sotto, dipinte sugli oggetti più disparati (sassi, pali, muri, lampioni) ma mai su elementi di pregio storico, religioso, artistico o ambientale. Attenzione nella zona di Cesiomaggiore: con gli stessi colori è marcato il Sentiero De Bastiani e nella zona del Nevegàl la stessa marcatura è stata purtroppo adottata per la Monaco-Venezia: in caso di dubbio seguite le mappe Tabacco o il tracciato in internet (sullo smartphone, per mezzo di questo sito, tappa per tappa) e non sbaglierete. Le segnalazioni sono state sempre eseguite con l’intento di agevolare il viandante, ma evitando la sovrabbondanza dei segni per non appesantire ulteriormente un paesaggio forse già troppo gravato da tabelle e vernici. Anche per questo l’escursione deve essere programmata con cura prima della partenza, guida o sito internet e mappa alla mano: chi tentasse di affidarsi esclusivamente alla presenza di segni lungo il Cammino rischierebbe seriamente di perdersi (e in alcune zone ciò potrebbe rappresentare un pericolo).

Altre due avvertenze.

Nella parte settentrionale, il Cammino si sovrappone molto spesso ai sentieri del Cai: in tali situazioni le tabelle del Cammino sono volutamente rarefatte, perché il viandante deve fare riferimento soprattutto ai segnavia del Club Alpino Italiano. Per esempio, dal Passo Falzarego verso la conca di Cortina d’Ampezzo il Cammino coincide con i sentieri Cai 423, 412, 403, 406… e a tali indicazioni il viandante dovrà riferirsi. La mappa “La provincia di Belluno con il Cammino delle Dolomiti”, Tabacco, scala 1:75.000, illustra con precisione a quali sentieri il Cammino si sovrappone; inoltre, l’editore Tabacco segna il percorso del Cammino anche sulle nuove edizioni dei fogli in scala 1:25.000.

Non è raro, soprattutto nella parte meridionale, che il tracciato del Cammino subisca piccole variazioni in ragione della mutazione del territorio (modifiche alla viabilità, alle proprietà, eventi naturali…). In quei casi il volontariato del Cammino provvede solitamente con tempestività a guidare il pellegrino su un percorso alternativo mediante i segni di vernice giallo-rossi (che in quei tratti si fanno più frequenti), per ricondurlo nel più breve spazio possibile sul tracciato ordinario. In presenza di dubbi e incertezze – e tanto più se c’è l’intenzione di muoversi in gruppo e non si conoscono bene i luoghi – sarebbe opportuno rivolgersi a una guida (la Provincia tiene un albo con i nominativi e i riferimenti; esistono anche delle agenzie specializzate sul Cammino), per muoversi in sicurezza ma anche per conoscere meglio, grazie a personale preparato, le caratteristiche del territorio che si attraversa. Le mappe on line presentate su questo sito offrono il dettaglio più aggiornato del tracciato.

Il Cammino in bicicletta?

Molti ci chiedono se il Cammino delle Dolomiti si presta a essere percorso in bicicletta. Se lasciate a casa lo spirito della prestazione in velocità la risposta è sì: soprattutto le tappe della parte meridionale possono essere facilmente percorse in bici, ma vale il solito consiglio di studiare bene il percorso prima di partire. Vi proponiamo il simpatico video realizzato da una persona che ha percorso tutto il Cammino delle Dolomiti in bicicletta, opportunamente “aggiustandolo” dove il tracciato non si presta alle due ruote.

I timbri di tappa

Trenta “finestrelle” vuote per stamparci il timbro di tappa. Le “finestrelle” le trovate sulle guide cartacee del Cammino delle Dolomiti, nella “credenzial” (a disposizione gratis in tutti gli uffici turistici IAT – Informazione ed Accoglienza Turistica – della provincia di Belluno; le trovate anche nelle strutture ricettive convenzionate) e sulla mappa “La provincia di Belluno con il Cammino delle Dolomiti”, editrice Tabacco. Lungo il Cammino, gli uffici turistici IAT possono apporre il timbro sulla vostra guida, mappa o “credenzial”, lo possono mettere anche le strutture ricettive. I timbri di tappa servono a ricordare il cammino già fatto, richiamano alla memoria le fatiche, le emozioni, le conquiste lungo il Cammino delle Dolomiti. Con i timbri non si vince nulla: sul Cammino delle Dolomiti si va per ritrovare se stessi, un passo dopo l’altro, tappa dopo tappa. È questo il premio.

Come organizzare il viaggio

Si consultano le descrizioni di tappa su questo sito internet oppure si sfoglia la guida la guida cartacea, si individua la zona che interessa visitare e si incominciano le valutazioni: la lunghezza della tappa è compatibile con le nostre capacità? Il dislivello è affrontabile? La stagione è adatta?

Il Soccorso Alpino consiglia di non sottovalutare mai i pericoli e i rischi connessi allo svolgimento di qualsiasi attività legata alla montagna. Bisogna essere in buone condizioni rispetto all’impegno richiesto, ed evitare itinerari al di sopra delle proprie capacità. È anche importante lasciare sempre detto con precisione ai famigliari, agli amici e conoscenti dove si è diretti e quale itinerario si intende percorrere.

Quando si cammina, meglio fare pause frequenti, secondo le proprie esigenze fisiche e psicologiche. E poi: non accendere fuochi o giocare con fiammiferi o accendini; non gridare o fare degli inutili schiamazzi; non far rotolare sassi per disattenzione o gioco; non infastidire o spaventare gli animali di qualsiasi tipo; non raccogliere o strappare funghi, fiori ed erbe senza uno scopo preciso: possono essere velenosi, inoltre si danneggia inutilmente l’ecosistema. E non pensate che il telefono cellulare, il Gps o altra tecnologia possano risolvere tutti i problemi e le difficoltà: la vostra e l’altrui sicurezza risiedono prima di tutto nella conoscenza dei vostri limiti.

Insomma, non si parte all’avventura. È meglio procurarsi la mappa “La provincia di Belluno con il Cammino delle Dolomiti” per studiare nel dettaglio il percorso, che in certi tratti non è ancora ben segnalato sul terreno. Bisogna tenere presente che per ragioni di rispetto dell’ambiente le tabelle del Cammino delle Dolomiti spesso mancano là dove il percorso ricalca quello dei sentieri Cai, sempre ben segnalati: occorre individuarli con precisione a tavolino, prima di partire, per avere alcuni punti di riferimento sicuri. Il rischio di perdersi è contenuto ma esiste, tanto più se non si ha grande dimestichezza con la zona o con le carte topografiche.

Poi, un’occhiata alle previsioni del tempo: non partite se le condizioni sono dubbie. Trovarsi su un prato aperto sotto il temporale non è piacevole e anzi può rivelarsi molto pericoloso. Il sito internet più preciso e affidabile, da questo punto di vista, è quello dell’Arpa Veneto: http://www.arpa.veneto.it/bollettini/htm/dolomiti_meteo.asp. Infine, bisogna verificare la disponibilità di letti nelle strutture ricettive, se si prevede il pernottamento. Gli uffici informazioni IAT (indicati tappa per tappa in questa guida) sapranno consigliarvi. Agli IAT potrete chiedere indicazioni anche per quanto riguarda l’apertura dei musei e delle chiese.

Dove dormire

Le sedi di tappa sono state individuate soprattutto in località minori, poco frequentate e ricche di fascino, in sintonia con lo spirito del Cammino. Normalmente nelle sedi di tappa non troverete alberghi lussuosi ma agriturismi, bed&breakfast, case per ferie, rifugi, campeggi, ostelli, camere in affitto. In qualche caso i posti letto a disposizione non sono molti: anche per questo motivo, oltre che per poter scegliere al meglio secondo le proprie esigenze, è molto importante contattare l’uffico turistico IAT competente per la zona che vi interessa visitare. Potrete chiedere informazioni e prenotare nella struttura che vi sembra migliore. Tenete presente, comunque, che la provincia di Belluno è un territorio molto attrezzato dal punto di vista turistico: chi non vuole rinunciare alle comodità di un bell’albergo troverà anche quello, magari a metà del percorso di tappa. Anche in questo caso gli uffici turistici IAT sapranno consigliarvi al meglio. Su questo sito, alla fine di ogni descrizione di tappa vi proponiamo qualche struttura di riferimento e la tabella con le molte decine di strutture turistiche convenzionate con il Cammino delle Dolomiti.

Che cosa mettere nello zaino

Dipende dal tipo di escursione (un giorno, più giorni), dal periodo dell’anno, dalla quota a cui si cammina.

Se l’escursione si svolge d’estate, in ambiente alpino e per un giorno soltanto, è bene che il gruppo abbia a disposizione una carta topografica (in particolare la mappa Tabacco dedicata al Cammino delle Dolomiti in scala 1:75.000, ma è meglio avere con sé anche una mappa di dettaglio in scala 1:25.000), un mini-kit di primo soccorso, della crema solare, un altimetro. Quanto al materiale individuale, ogni zaino conterrà una giacca impermeabile (meglio leggera e comprimibile) o un poncho in tela cerata, un capo in pile (pesante se si affrontano quote elevate), una t-shirt e calzini di ricambio, un cappellino, fazzoletti di carta ed eventualmente occhiali da sole, guanti in pile, bastoncini da trekking, pila frontale, un fischietto; meglio mettere un sacchetto di plastica sul fondo dello zaino, serve per impermeabilizzare e per i rifiuti. Questo è l’essenziale; poi potete aggiungere quello che volete, consapevoli però che lo zaino per un solo giorno non dovrebbe superare i 5 chili. Con cibo e macchina fotografica si fa presto a raggiungere questo peso! Se l’escursione è di più giorni, l’attenzione al peso dello zaino diventa ancora più importante. Bisogna riuscire a mantenere il peso della nostra zavorra entro i 10 chili per le donne e i 12 per gli uomini. Lo zaino per una settimana di cammino deve avere una capacità compresa tra i 50 e 60 litri e non deve pesare più di 2 chili (vuoto). Ogni zaino, oltre al materiale indicato per le escursioni di un solo giorno, deve contenere un copri-zaino per la pioggia, un sacco lenzuolo per il pernottamento in rifugio (obbligatorio e igienico), una tuta, guanti e cappellino (sempre: alla sera in montagna fa freddo), un pile pesante e uno leggero, due t-shirt, un paio di pantaloni lunghi, slip e calze secondo i propri usi, asciugamano e borsetta per igiene personale, stringhe di ricambio per le calzature ed eventuali scarpe da riposo, farmaci personali (anti infiammatori eccetera); se si prevedono il pernottamento e i pasti principali nei rifugi o negli ostelli, si può eventualmente togliere o ridurre il peso di sacco a pelo e cibo.

Ultimo consiglio, cercate di trovare lo spazio, nello zaino, per un quaderno: diventerà il vostro “diario del pellegrino”, dove annotare le impressioni del cammino.

In caso di difficoltà: 118

Se vi trovate in difficoltà o siete feriti, c’è un solo numero di telefono da ricordare: 118. Chiamando quel numero saranno attivati il Servizio di urgenza ed emergenza medica (Suem) e il personale del Soccorso Alpino e Speleologico Veneto (Cnsas). In internet potete trovare informazioni su Dolomiti Emergency (www.dolomitiemergency.it), che tra l’altro offre una polizza di assicurazione in caso sia necessario affrontare delle spese per le operazioni di soccorso.

Un ultimo consiglio: prima di partire, prendete dimestichezza con la funzione di whatsapp che indica all’interlocutore la vostra posizione.