Le istituzioni e il volontariato

Le collaborazioni

Il Cammino delle Dolomiti, ispirato dalla Diocesi di Belluno-Feltre, è nato dalla passione e dalla forza del volontariato.
Il gruppo di lavoro che ha individuato il percorso di cinquecento chilometri, studiato per unire in un unico itinerario i tracciati storici di collegamento tra i villaggi e le vallate, è composto soprattutto da Scout adulti appartenenti al Masci e da soci delle sezioni bellunesi del Cai Club Alpino Italiano.

Il Cammino delle Dolomiti è un percorso ad anello che abbraccia la splendida diocesi dolomitica di Belluno-Feltre, tutta in provincia di Belluno. Come vescovo di questa terra ho coltivato gioia riconoscente per questa iniziativa nata dalla Commissione sinodale per la Comunicazione. Facciamo tutti parte di una carovana in cammino, qualcuno pensa di essere diretto verso l’ignoto, molti altri sentono di orientarsi verso il mistero di una “patria” che può farsi anche “via”, nella contemplazione della bellezza e nella fatica. Come vescovo cresciuto nella cultura della montagna dolomitica, il mio cammino è con molti orientato verso questa patria e, insieme a tutti gli amici della carovana, sperimento la vita come un percorso difficile di montagna. Ci sono momenti di vertigine, c’è alle volte paura di aver smarrito il sentiero, oppure un banco di nebbia o una bufera portano oscurità. Importante è restare saldi, attaccati alla roccia, attenersi alla traccia di sentiero. Occorre “fidarsi”. La stessa radice ebraica del verbo “affidarsi” allude a chi si appoggia a una roccia, a qualche cosa che sa essere salda, alla promessa di chi di dà la certezza di essere sul giusto percorso. 

Giuseppe Andrich Vescovo di Belluno-Feltre, 11 ottobre 2007

L’iniziativa della Diocesi di Belluno-Feltre ha trovato subito convinto e sostanziale appoggio nella Provincia di Belluno, partner principale soprattutto per le implicazioni turistiche del Cammino delle Dolomiti. Attraverso la Provincia di Belluno è stato possibile entrare nella progettualità Heritour dell’Unione Europea. Sempre per il tramite della Provincia di Belluno, il Cammino delle Dolomiti trova una sponda importante sul versante della promozione turistica nella Dmo Dolomiti.

Ho accolto molto volentieri la proposta della Diocesi di Belluno-Feltre di collaborare alla realizzazione del Cammino delle Dolomiti. Non è un caso se è stato scelto il nome “Cammino”, pensando in particolare al famoso itinerario della fede che ogni anno conduce migliaia di pellegrini fino al santuario di Santiago de Compostela. Come quel Cammino, anche il nostro richiede impegno, dedizione, direi amore per la terra che si attraversa e per la gente che vi si può incontrare. Come quello, anche il nostro è un Cammino nella pace, che offre occasioni di approfondimento spirituale, esistenziale e che segue la traccia dei luoghi della fede. Essi sono, in definitiva, i luoghi della più antica presenza umana e, insieme, delle più antiche testimonianze storiche e artistiche nella nostra provincia: il Cammino li avvicina e li collega l’uno all’altro evitando le grandi arterie di traffico e seguendo, invece, le antiche mulattiere e i sentieri che sono stati tracciati in quota fai nostri avi, nei secoli scorsi, prima delle attuali strade di fondovalle. Chi si avventurerà sul Cammino delle Dolomiti, dunque, conoscerà la fatica del viandante, del pellegrino, ma avrà in cambio un approccio emozionante con la natura più vera delle nostre impareggiabili Dolomiti, quella dei villaggi dimenticati dai grandi flussi ma ancora presidiati dall’uomo, dei panorami grandiosi e silenti, dei fruscii del bosco, dell’acqua dei ruscelli. Un approccio slow in un contesto ambientale che non può essere compreso nella sua più intima essenza da chi preferisce il “mordi e fuggi”. Buon Cammino!

Sergio Reolon Presidente della Provincia di Belluno, febbraio 2008

L’idea nata in seno al Sinodo diocesano del 2005 ha saputo centrare il desiderio di molti di avere un percorso, insieme sentieristico e spirituale, da poter intraprendere per immergersi nell’incantesimo che le Dolomiti sanno creare a chi si avvicina loro. Un’intuizione che ha colto l’aspetto più profondo di ciò che la natura sa offrire a chi la ama: il suo connubio con l’uomo, l'”ospitalità” che essa offre a chi – con rispetto – ne coglie la bellezza e la tutela, la possibilità di un rifugio, lontani dalle frenesie della moderna quotidianità, che poco lascia spazio ad un tempo che dovremmo dedicare a noi stessi. L’anello che viene proposto nel Cammino delle Dolomiti è accessibile a tutti: non si tratta, infatti, di un’impervia strada che si concede solamente a pochi esperti. È una via che richiede, sì, un po’ di fatica, ma quella fatica che i nostri nonni definirebbero “bella”, perché stanca le membra, impegna l’attenzione, tiene occupata la mente, ma – alla fine – ti soddisfa nel risultato che ottieni.

Gianpaolo Bottacin Presidente della Provincia di Belluno, giugno 2011

Il gruppo di lavoro si è relazionato strettamente con molti Comuni bellunesi e con le Unioni Montane, ma anche con il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi e con il Parco Naturale Regionale delle Dolomiti d’Ampezzo.

Un particolare contributo di collaborazione è dato dall’editore Tabacco di Udine, nella persona del fondatore Giuseppe Tabacco e dei suoi collaboratori, sia per la realizzazione della mappa del Cammino delle Dolomiti, sia per l’evidenziazione del Cammino nei famosi fogli Tabacco in scala 25.000.

Trasferite per legge le competenze sul turismo dalle Province alle Regioni, è divenuta essenziale la collaborazione con la Regione del Veneto.

Fondamentale, per il monitoraggio costante della percorribilità del Cammino delle Dolomiti, è la collaborazione offerta da una rete di decine di Verificatori, tutti volontari che hanno “adottato” una sezione di tappa del Cammino e la percorrono più volte all’anno per segnalare la presenza di criticità. L'”adozione” del Cammino stava particolarmente a cuore a don Francesco Cassol, ucciso in Puglia il 22 agosto 2010 mentre dormiva all’aperto, per terra, durante un’esperienza di cammino.

«Ho dormito ancora tante volte all’aperto,
e tante ancora ne dormirò se Dio me lo concederà.
E ogni volta, anche se stanco, alzo per poco gli occhi alle stelle».

Don Francesco Cassol

Don Francesco Cassol, nato a Belluno nel 1958, formatosi negli Scout, fu ordinato sacerdote il 16 aprile 1983. È stato assistente degli Scout, dell’Azione Cattolica  e degli Universitari. Nel 1993 diventa direttore del Centro Papa Luciani a Col Cumàno di Santa Giustina (Belluno, sede di arrivo della Tappa 5 del Cammino delle Dolomiti), poi vicario episcopale per la pastorale. Negli anni 2005-2006, come segretario del Sinodo diocesano di Belluno-Feltre, collabora alla nascita del progetto del Cammino delle Dolomiti. Responsabile della Comunità terapeutica Fraternità di Landris di Sedico e arciprete di Longarone, il 2 marzo 2010 viene nominato coordinatore del Cammino delle Dolomiti per gli aspetti legati alla spiritualità. Nell’agosto di quell’anno si reca in Puglia per guidare per una settimana – come tante altre volte – il Goum, un’esperienza di povertà, cammino e preghiera. Nella notte del 22 agosto 2010 viene ucciso con una fucilata mentre dorme in un sacco a pelo, per terra, all’aperto, vicino agli altri “goumier”.

 

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