Una testimonianza della visita al santuario del re Carlo IV di Lussemburgo nel 1354

L’arca dei santi Vittore e Corona

Un retroscena inedito sulla nomina a vescovo di Jacob Goblin che fece costruire l'arca

Il re boemo Carlo IV di Lussemburgo (14.5.1316 – 29.11.1378), durante il suo viaggio verso Roma ove venne incoronato imperatore del Sacro Romano Impero il 5 aprile 1355, si fermò a Feltre, dal 27 al 31 ottobre 1354, visitando il santuario dei santi Vittore e Corona. La ricorrenza di san Vittore cade il 14 maggio, lo stesso giorno della nascita del re boemo.

Una lunetta nel chiostro del santuario ricorda la visita reale, specificando che il re donò al santuario il suo manto, ma omettendo di ricordare che egli prelevò il cranio di san Vittore e il braccio di santa Corona che fece in seguito portare, assieme ad altre reliquie, nella cattedrale di san Vito a Praga. Dal 13 maggio 2011 le reliquie dei santi tornarono nel santuario feltrino, rimanendovi per un intero anno giubilare.

Poche settimane dopo il passaggio da Feltre, il 21 novembre 1354, Carlo IV riuscì a far nominare vescovo di Feltre e Belluno il boemo Jacob Goblin di Brno, fratello del capitano di Belluno, Conado.

L’arca marmorea in cui tuttora riposano i resti dei santi Vittore e Corona fu fatta realizzare dal vescovo Goblin, come ricorda la parte inferiore dell’iscrizione, datata 26 maggio 1355, che si può tuttora leggere e che menziona, nel finale, la visita precedente dell’imperatore.

Anno Domini millesimo tercentesimo quinquagesimo quinto  Maij vigesimosexto imperante Karolo imperatore presidente antistite Iacobo Feltri et Beluni episcopo corpora inclitorum martirum Victoris et Corone in hac fuerunt recundita tumba a dictoque imperatore visxa.

Appena sotto questa iscrizione la data MCCCCXXXX (1440) ricorda l’anno in cui il Vescovo di Feltre Enrico Scarampi la fece sollevare da terra, ponendola su un lastrone decorato sorretto da quattro colonne.

Nella bolla di papa Innocenzo VI e in un documento del 6 marzo 1355 del Patriarca di Aquileia Nicolò, fratellastro di Carlo IV, si legge che Jacob Goblin fu nominato vescovo in sostituzione del suo predecessore Enrico, morto al di fuori dei confini della Curia romana (per obitum eiusdem Henrici Episcopi Feltrensis et Belunensis qui extra Romanam Curiam diem clausit extremum). Gli storici hanno finora riportano dati contrastanti sull’identità, provenienza e durata in vita del vescovo Enrico, predecessore di Jacob Goblin, talora confondendolo con l’omonimo Enrico Dal Corno, nobile trevigiano, che potrebbe in sua vece avere svolto la funzione vescovile a Feltre e Belluno, probabilmente dal 1350 al 1353.

I dati certi, finora rimasti sconosciuti alla storiografia locale, riguardano la nazionalità boema del vescovo Enrico, la data reale della sua nomina a vescovo da parte di papa Clemente VI (Avignone 1342 – 1352) e l’effettiva data della sua morte.

L’imperatore Carlo IV, il 10 settembre 1348 (IIII id. Septembris, a. septimo), scrisse una supplica a papa Clemente VI, suo amico, perché fr. Henricus Petri Angeli de Bohemia, cappellano di Carlo IV, dall’anno 1345 eletto proposito (rettore) del monastero del quartiere di Zderaz (Sderasiensis) a Praga, canonico del sacro Sepolcro di Gerusalemme dell’ordine agostiniano, potesse essere eletto alla carica vescovile, nonostante il “difetto di nascita” (defectu natalium); il papa accolse lo stesso giorno questa richiesta, concedendo la dignità vescovile, ma senza specificare la diocesi di assegnazione; prima di giungere a Praga nel 1345, Enrico era stato pievano della chiesa di Mesirziecz (oggi Valašské Meziříčí), nella diocesi di Olomouc o Olmütz (Olomucensis), in Moravia, oggi in Repubblica Ceca. Nel 1347 Carlo IV aveva già richiesto e ottenuto da Clemente VI che i suoi cappellani e clerici potessero godere dei benefici loro attribuiti anche senza l’obbligo di risiedere nelle sedi loro assegnate (1). Non è quindi azzardato supporre che Enrico di Boemia non abbia mai messo piede nelle diocesi di Feltre e Belluno, di cui fu probabilmente nominato vescovo-conte dallo stesso re Carlo IV, dopo la morte del vescovo Gorgia Lusa, nel 1349.

Henricus, preposito del monastero di Zderaz, dell’ordine di sant’Agostino del Santo Sepolcro di Gerusalemme a Praga, è citato, vivente, in un documento redatto nella stessa città il 22 febbraio 1356 e in un altro redatto a Brünn (Brno) il 28 aprile 1358 (2). Il giorno 11 agosto 1357 lo stesso Henricus scrisse al papa ad Avignone per ottenere che, in caso di prossimità della morte, il suo confessore lo potesse assolvere da tutti i peccati; il 12 maggio 1359 papa Innocenzo VI elesse il suo successore a preposito del monastero di Zderaz di Praga e, in questo documento, si legge “per obitum quondam Henrici ultimi prepositi dicti monasterii extra Romanam curiam defuncti, qui dicebatur sedis apostolice cappellanus(3).

Se Enrico di Boemia morì nel 1359 a Praga, nel monastero di Zderaz extra Romanam curiam  (in territorio estraneo alla Curia Romana), bisogna dedurre che Carlo IV, nel 1354, scrivendo che il vescovo Henricus era morto, dichiarò il falso, potendo in questo modo nominare un altro vescovo di Feltre e Belluno, di sua fiducia, Jacob Goblin, che non mancò di commemorare la visita reale al santuario feltrino. (F.L.)

FONTI

1) Ladislai Klicman, Monumenta Vaticana res gestas bohemicas illustrantia, Tomus I, Acta Clementis VI. Pontificis romani. 1342 – 1352, Praga, 1903, 334-335, 573-576, 653, 656, 664, 800.

2) Vincenz Brandl, Codex diplomaticus et epistolaris Moraviae – 1356-1366, Brünn, 1875, 74-75.

3) Joannis Friderici Novak, Monumenta Vaticana, II, Acta Innocentii VI. Pontifici romani, 1352 – 1362, Praga, 1907,  252, 368.

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