
• Il percorso del Cammino delle Dolomiti è indicato dalla linea gialla; da Sospirolo si procede verso Est, a destra, verso Camolino. • Clicca sul cerchio per localizzare la tua posizione. • Mentre cammini puoi seguire il tuo spostamento sulla mappa. • Tieni premuto su un oggetto per ottenere info (tasto destro del mouse se sei al pc).
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Descrizione del percorso
ATTENZIONE - Il percorso della Tappa 7 del Cammino delle Dolomiti presenta alcuni punti difficili, che sono indicati con un segnale di pericolo nella mappa in fondo a questa pagina; cliccando sul segnale di pericolo compare un avviso sulla specifica natura del problema a cui prestare particolare attenzione.
Inoltre, nella notte tra il 16 e 17 febbraio 2022 una frana di grandi proporzioni ha interessato il versante sopra l'ex strada 203 ai Castei, rendendola impraticabile e cancellando completamente il percorso del Cammino delle Dolomiti su un tratto di qualche centinaio di metri. In attesa del ripristino di questo tratto e in assenza di qualsiasi previsione sui tempi, che si prospettano molto lunghi, il Cammino delle Dolomiti propone un diverso itinerario a piedi, in sinistra Cordevole, molto pregevole dal punto di vista ambientale e panoramico ma più lungo e con maggiore dislivello.
Rispetto alla percorrenza dell'intera tappa a piedi (con la variazione si tratta di 26 chilometri totali, più di 10 ore di cammino), esiste una soluzione alternativa che prevede un parziale trasbordo in corriera, descritta qui sotto: invitiamo a valutarla con cura.
Tale valutazione dovrà tener conto anche del fatto che alle Miniere di Val Imperina, sede d'arrivo della Tappa 7, sussistono difficoltà gestionali dell'ostello del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi (assumere informazioni aggiornate) e non è da escludere che il cammino vada prolungato fino ad Agordo per trovare un luogo dove trascorrere la notte.
Da Sospirolo si scende fino a Piz, quindi, subito dopo aver attraversato il ponte sul Mis, si gira a sinistra in direzione di Torbe; a Torbe, poche decine di metri dopo la chiesetta di Santa Teresa, a cui si accede per una stretta scalinata, si deve far attenzione e imboccare sulla sinistra una stradina nei pressi di una casa gialla, che si aggira, imboccando quindi subito dopo una stradina sterrata sulla destra, lasciando la stradina asfaltata; la stradina sterrata passa quindi a fianco di una casa, in località Case al Lago e quindi sbuca nei pressi di un bivio, dove si gira a destra, dirigendosi verso Vedana; sulla propria destra, al termine di una breve salita si può osservare il Lago di Vedana e proseguendo sulla strada verso ponte Mas si giunge in breve alla Certosa di Vedana, edificata nel XV secolo e oggi sede di una comunità di monache (scarica qui il libretto sulla storia della certosa).
Dirigendosi verso il borgo di San Gottardo, si inizia a seguire il tracciato del sentiero tematico “La Via degli Ospizi”, che risale il Canale d’Agordo fino alle miniere di Val Imperina, sulle tracce dell’antico itinerario che passava per gli ospizi di San Marco di Vedana (oggi San Gottardo), San Giacomo di Candàten e Santa Maria Maddalena di Agre, costruiti fra l’XI e il XII secolo per iniziativa dei Vescovi-conti di Belluno, per favorire i collegamenti con l’Agordino, che dal 923 era diventato territorio della diocesi. Sulla destra della strada che costeggia il muro del monastero, una boscaglia di pini silvestri e carpini neri colonizza la porzione più settentrionale delle Masiere di Vedana, biotopo di grande interesse floristico-vegetazionale.
Dopo aver visitato il borgo e la chiesa di San Gottardo, qui si presenta la soluzione alternativa rispetto al normale percorso a piedi che, come descriveremo più sotto, è lungo e in alcuni punti pericoloso per tratti esposti: alla chiesa di San Gottardo si segue la strada verso Est piegando a destra e prendendo, dopo solo un paio di curve, la stradina a sinistra, poi sentiero, fino alla passerella del Peron, che si attraversa; giunti sulla Strada regionale 203 si prende a destra, con molta attenzione al traffico, e dopo circa duecento metri si attraversa la strada in corrispondenza della fermata del trasporto pubblico di linea, dove si prenderà la corriera Dolomitibus - qui l'orario - diretta ad Agordo: dopo dieci chilometri di viaggio si scende alla fermata La Muda dove si può fare una sosta al Bar Osteria San Martin e poi, attraversata la Strada regionale 203 (attenzione) e superata la passerella sul Cordévole, si torna sul percorso del Cammino delle Dolomiti in località Agre. Se non intenzionati a visitare il villaggio antico di Agre (vedi qui sotto la descrizione dei punti di interesse), si può anche scendere dalla corriera alla fermata successiva alla Muda, la fermata al Tornèr, così da poter subito iniziare la salita verso Roit (leggi qui più sotto) senza dover attraversare la strada regionale 203.
Trascurando questa soluzione alternativa, il normale percorso a piedi prevede invece che, a San Gottardo, si imbocchi la stradina inizialmente asfaltata che comincia al termine della piazza, sulla sinistra, proseguendo diritti per circa 250 metri; superata una sbarra, si prosegue su strada sterrata in piano, ai bordi del Cordevole, raggiungendo in breve i prati di Salét, ove ha sede un’azienda agricola demaniale per l’allevamento di cavalli; si attraversano i prati di Salét, fino a giungere in località Sass de la Volta, presso un rudere. Poco oltre la stradina si inoltra nel bosco ripariale del Cordevole, giungendo in breve sul greto del torrente; sull’altra sponda, celata dal bosco, si trova la piana dove sorge l’ospizio di Candàten. Mantenendosi sulla destra orografica del Cordevole (attenzione, tratto poco segnato, con alcune piante divelte), poco prima di raggiungere il greto, si piega a sinistra, rimanendo nel bosco, fino ad attraversare il torrente che scende della Val de le Montarézze (toponimo che ricorda come in passato questa via fosse usata per le transumanze degli armenti); qui il torrente ha eroso il sentiero che portava alla passerella che consentiva l'attraversamento del torrente, ma il guado non si presenta difficile.
Qui è possibile una digressione lungo un breve percorso naturalistico ad anello, il “sentiero Zanardo”.
Si abbandona quindi il fondovalle e, con una moderata salita, lungo cui è possibile ammirare qualche scorcio panoramico sulla piana di Candàten, si raggiungono le prime pendici del Col de la Cazéta e il greto di un piccolo affluente del Cordevole, che scende dalla Val Fagarè (guado sul greto del torrente, che può risultare molto difficoltoso in caso di periodi di piogge abbondanti o nei mesi del disgelo, richiedendo di togliere gli scarponi); qui si costeggia una condotta dell’Enel, proseguendo verso nord per circa 200 m, iniziando poi a salire per due tornanti, guadagnando gradualmente quota e ammirando il panorama sulla Val di Piero, sul versante opposto; si continua a salire sul versante boscoso raggiungendo (30 min. da Val Fagarè) la forra del Vaión, che si attraversa sfruttando una cengia a tratti esposta (vedi foto 1), attrezzata con fune metallica (attenzione in presenza di neve, ghiaccio o terreno bagnato);
si prosegue quindi in piano, sotto le linee elettriche, mantenendo la sinistra a un bivio e riprendendo la salita, in un ambiente molto selvaggio; si supera poi un’altra cengia (vedi foto 2), attrezzata con fune metallica (attenzione in presenza di neve, ghiaccio o terreno bagnato) e, dopo aver attraversato una boscaglia di mughi, si giunge in pochi minuti al bivio con il sentiero che sale alla Rocchetta (750 m); qui si continua diritti, verso nord, raggiungendo (15 min.) i ruderi della casera Le Fratte (attenzione per individuare il sentiero che scende lasciando ciò che resta della casera sulla destra); da qui il sentiero svolta verso sinistra, fino a raggiungere, poco dopo, il torrente che scende dalla Val del Mus, formando una cascata; attraversato il torrente, dopo aver superato un tratto un po' esposto non attrezzato, un colatoio ghiaioso instabile (attenzione) e alcune radure, il sentiero diviene una mulattiera che scende fino a raggiungere il ponte sul torrente che percorre la Val Pegolèra, formando nel tratto finale alcune caratteristiche marmitte; passato il ponticello, una comoda stradina porta in breve all’azienda agricola di Agre, nei cui pressi sorgono l’antico ospizio e la ex-chiesa di Santa Maria Maddalena, di recente ristrutturati e gestiti dal Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. Invitiamo a considerare, qui, la possibilità di fare tappa per la notte all'Ostello di Agre, contattando prima il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi per sapere se la struttura è aperta e se c'è posto; superata, a destra, la passerella sul Cordévole, si raggiunge il prospicente villaggio di La Muda dove il Bar Osteria San Martin offre un punto d'appoggio utile; poi si attraverserà di nuovo la passerella per riprendere il Cammino in destra Cordévole.
Da Agre si prosegue dunque su strada sterrata, sulla destra orografica del Cordévole, trascurando la passerella sulla destra, e dopo aver attraversato i prati in località Mas, si giunge presto nei pressi del ponte di Tornèr, che sarà necessario percorrere, superando nuovamente il Cordévole (la vecchia strada asfaltata che attraversa la gola dei Castèi, sede del percorso originario del Cammino delle Dolomiti, è infatti impraticabile poco più a monte a causa della frana del febbraio 2022). Oltrepassato il ponte di Tornèr, dunque, si deve prendere a destra seguendo la strada regionale 203 Agordina per 150 metri: purtroppo è necessario attraversare l'arteria, nel punto in cui la visibilità risulti migliore, in un tratto estremamente pericoloso (naviga qui le foto panoramiche di Google Street View) a causa della velocità sostenuta dei veicoli. Tralasciata, sulla sinistra, la stradina che si inerpica tra le case di Tornèr, si prende invece la successiva ripida strada bianca che porta il segnavia Cai 541 (tabella), sempre sulla sinistra, in corrispondenza della fermata delle corriere DolomitiBus. Una serie di tornanti permette in breve di guadagnare quota fino a raggiungere la località Roit (casolare; 894 metri s.l.m.), dove alla biforcazione si prende a sinistra (sentiero Cai 541A). Si continua con vari saliscendi, alti sulla gola del Cordévole, in panoramica posizione; più avanti, dopo il secondo tornante (punto di osservazione su Agordo), si scende la rampa cementata, al termine della quale si volge decisamente a sinistra imboccando un buon sentiero che diventa trattorabile e che porta verso Noàch (nel villaggio c'è una fontana); raggiunto l’asfalto nei pressi del paese (crocifisso) si piega a destra senza raggiungere l'abitato, fino all’adiacente comunale La Valle Agordina-Miniere che porta sulla strada regionale 203 di nuovo da attraversare con molta attenzione prendendo poi a sinistra per giungere, attraverso il ponte d’accesso in legno, al sito minerario di Val Imperina. Qui si trovano all'ex centrale idroelettrica un Centro Visitatori del Parco e l'Ostello per la Gioventù che è la sede finale della tappa. Tuttavia, è necessario acquisire informazioni aggiornate sulla disponibilità della struttura, programmando eventualmente un ulteriore trasferimento lungo la successiva Tappa 8 del Cammino delle Dolomiti per raggiungere Agordo e lì trascorrere la notte.
In sintesi
Il percorso può essere così schematicamente suddiviso:
1. da Sospirolo a San Gottardo, su strada asfaltata (da San Gottardo la possibile alternativa in corriera fino a La Muda)
2. da San Gottardo allo sbocco della Val di Montarezze (nei pressi di Candaten, sull’altra sponda del Cordevole), su ampia carrareccia, sostanzialmente in piano, con percorso adatto anche ai bambini
3. dallo sbocco della Val di Montarezze (Candaten), fino ad Agre, su sentiero, inizialmente in salita, poi in discesa, e con tratto terminale su carrareccia, dopo il ponte sulla Val Pegolera; presenti due tratti di sentiero attrezzato con fune metallica, sconsigliati ai bambini, che possono essere pericolosi in caso di terreno scivoloso (neve, ghiaccio, bagnato); presente un guado non sempre praticabile
4. da Agre / La Muda in salita fino alla località Roit su carrareccia e sentieri fino a lambire il villaggio di Noach per scendere su asfalto a Val Imperina
Partenza Sospirolo (475 m) • Arrivo Ostello della Gioventù del Centro minerario di Val Imperina (530 m) • Tempo di percorrenza L’intero percorso a piedi supera le 10 ore • Dislivello Circa 1300 m in salita e circa 1200 in discesa • Segnaletica Segnavia giallo-viola PNDB e tabelle “Via degli Ospizi” • Difficoltà Tappa piuttosto lunga (circa 26 km) con alcune salite e due passaggi su sentiero attrezzato con fune metallica • Periodo consigliato Marzo-novembre • Soste consigliate Chiesa di San Gottardo | Agre (valutare pernottamento) • Cartografia Tabacco 1:75.000 “La provincia di Belluno con il Cammino delle Dolomiti” | Tabacco 1:25.000 “Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi” | Itinerari nel Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi n.6 “La Via degli Ospizi” | Tabacco 1:25.000 Foglio 024 “Prealpi e Dolomiti Bellunesi” • Note logistiche La Certosa di Vedana non è visitabile | ad Agre Ostello del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi | a La Muda bar osteria San Martin +39 333 143 2468 sanmartinbarristoro@gmail.com e fermata della corriera| Ostello della Gioventù di Val Imperina, tel. 0437 62451, apertuta (solo estiva) non garantita, occorre verificare | Per ospitalità e altre info turistiche Ufficio IAT Agordo, via XXVII Aprile 5/A, cap 32021, tel. 0437 62105, fax 0437 65205, agordo@infodolomiti.it.

da vedere
• Le chiesette di San Michele e Santa Giuliana si fronteggiano sugli opposti versanti e sembrano poste a difesa dell’imbocco della valle del Mis. Il nome del torrente è di probabile origine preindoeuropea. Il contesto ambientale è di alto pregio, e meriterebbe una digressione almeno fino al lago del Mis e ai Cadini del Brenton, le spettacolari marmitte d’acqua scavate nella roccia che il Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi ha reso accessibili con una via attrezzata.
• Di straordinario interesse la Certosa di Vedana: il grande complesso monastico fu costruito nel XV secolo sul luogo di un ospizio documentato tre secoli prima. Tuttora sede di una comunità di monache di clausura, la Certosa non è visitabile, ma dal vicino paese di San Gottardo una breve passeggiata consente di ammirare il complesso dall’alto.
• È notevole la chiesa di San Gottardo, del XVI secolo. La zona svolse per molti secoli un’importante funzione di raccordo tra la Val Belluna e l’Agordino, e conserva tracce dell’antica cristianità.
• Il Cammino si addentra nella Valle del Cordevole lungo la “Via degli ospizi” del Parco Nazionale Dolomiti Bellunesi. La valle si fa stretta, e il paesaggio impervio e severo ha le cupe tonalità romantiche. Le selvagge montagne raggiungono quote elevate, le Dolomiti mostrano i loro colori tipici e stupiscono per le pareti a strapiombo, i campanili, i castelli di roccia.
• Le miniere di Val Imperina sono documentate dal XV secolo, ma il loro sfruttamento potrebbe essere iniziato prima. Il complesso è stato recentemente ristrutturato.
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Ospitalità
- Inizio tappa: Ristorante affittacamere Rosolin, Via Rosolin, 252/A, 32037 Sospirolo (BL), Tel. 0437 89321 - https://www.pizzeriaristoranteaffittacamererosolin.com/
- Metà tappa: La Muda bar osteria San Martin, Tel. +39 333 143 2468, sanmartinbarristoro@gmail.com
- Fine tappa: Ostello e ristorante Valle Imperina, Loc. Le Miniere, 32020 Rivamonte Agordino (BL), Tel. 320 6520183.
- Sono molto numerose le strutture ricettive convenzionate con il Cammino delle Dolomiti, non soltanto all'inizio e al termine di ogni tappa ma anche lungo il percorso: ciò rende possibile modulare la lunghezza del cammino secondo le proprie esigenze. CLICCA QUI per consultare l'elenco delle strutture convenzionate, raggruppate tappa per tappa (dal sito turistico ufficiale per il territorio bellunese www.infodolomiti.it).
Laudato si’, “bussola” per questo tempo
L’educazione ambientale è andata allargando i suoi obiettivi…ora tende a…recuperare i diversi livelli dell’equilibrio ecologico: quello interiore con sé stessi, quello solidale con gli altri, quello naturale con tutti gli esseri viventi, quello spirituale con Dio (LS 210).